Opinió
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About legalities, consultations and presidents
Vicent Partal
06.08.2014
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De legalitats, consultes i presidents
Vicent Partal
06.08.2014
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Millor petits
Vicent Partal
05.08.2014
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L’estat d’ells, l’estat contra nosaltres
Vicent Partal
04.08.2014
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Prepareu-vos
Vicent Partal
01.08.2014
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Serenitat i decisió
Vicent Partal
31.07.2014
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Tres coses que Mas hauria de tenir molt en compte avui
Vicent Partal
30.07.2014
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Pel bé de tots
Vicent Partal
29.07.2014
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Només és un forat al tram 93
Vicent Partal
28.07.2014
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Jordi Pujol: un país que fa mal
Vicent Partal
25.07.2014
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Anem per feina
Vicent Partal
25.07.2014
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Un incendi per a apagar un foc
Vicent Partal
24.07.2014
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N'hem d’esperar res, de la reunió Mas-Rajoy?
Vicent Partal
23.07.2014
Vicent Partal
15.01.2014
Roberto Maroni non è benvenuto
Roberto Maroni, il presidente della Lombardia e leader della xenofoba Lega Nord, arriva domani in Catalogna con un obiettivo principale: sfruttare l'impatto internazionale del processo di indipendenza catalano. A causa della sua posizione istituzionale, è impossibile evitare la visita, ma credo che sia proprio per questo motivo che abbiamo la responsabilità, tutti noi, di rendere chiaro che questo personaggio non è il benvenuto e che il movimento catalano di sovranità civile e politica non ha nulla a che vedere con ciò che egli rappresenta.
La Lega Nord è un movimento xenofobo e populista che utilizza un'identità inventata, quella della Padania, con la finalità di reclutare persone per unirsi a un movimento che va contro il senso plurale, inclusivo e democratico che definisce la base della sovranità catalana. Qui non chiediamo a nessuno da dove proviene, ma che vuole essere. Qui crediamo che una società è più ricca quando è più varia. E qui si lotta per un progetto di stato che serva a tutti, senza distinzioni né privilegi. La nazione catalana ha un grande passato, ma oggi siamo molto più interessati al futuro e in questo futuro ci stiamo tutti, indipendentemente dalla provenienza, la lingua, la religione o la cultura. Cosí è stato sempre e cosí rimarrà.
Quando iniziarono i referendum sull'indipendenza nel 2009, il movimento ha subito detto chiaramente che tutti avevano il diritto di voto, tra cui naturalmente i più recenti immigrati. Non si può costruire un paese mettendo in disparte un lato le persone che ci vivono. E non fu una decisione circostanziale, anzi, seguiva una profonda tradizione del catalanismo che il presidente Pujol aveva definito con quella frase secondo la quale 'è catalano chi vive e lavora in Catalogna'. Solo in malafede, quindi, il nostro movimento può essere miscelato con questo'altro, la Lega Nord, che proclama la disuguaglianza tra i cittadini del loro paese come prassi politica. Non abbiamo nulla a che fare con loro né vogliamo saperne nulla. E non solo questo: credo che siamo tutti d'accordo nel pensare che in Catalogna ci impegneremo per evitare che l'Europa cada nel buio in cui la Lega vorrebbe mettere tutti quanti.
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